FUTURE CENTRE studia il futuro del retail.

Vendere “cose” è pratica consueta fin dagli inizi dell’umanità. Alcuni biologi hanno rilevato come gli stessi primati (ed anche altri animali) siano soliti “vendere cose” scambiandosi favori.

C’è chi sostiene che i fiori siano vetrine usate dalle piante per attrarre gli insetti e vendergli il loro polline.

Naturalmente nel caso della razza umana acquisto e vendita hanno assunto un livello di importanza cruciale sia per l’individuo sia per la società. Se collettivamente smettessimo di acquistare, l’economia si sgretolerebbe. Il retail è il punto di incontro che collega la (lunga) catena del valore che si forma con la creazione di un prodotto verso il cliente.

E’ il punto di incontro critico per il venditore (e per gli attori della catena del valore) ed è stato oggetto di una significativa evoluzione nel secolo scorso.

futuro del retailAttrarre l’attenzione di un potenziale acquirente è il primo passo, ma a questo deve seguire l’azione di convincimento all’acquisto, di mantenimento dello stato di soddisfazione per accrescerne la fidelizzazione, e così via.

Sebbene negli ultimi cento anni si sia assistito ad una notevolissima evoluzione delle tecniche di retail, grazie agli studi e agli sforzi di migliaia di ricercatori e di sperimentatori sul campo, molto ancora rimane da fare.

Al Future Centre ritengono che il futuro trasformerà in modo significativo la struttura del retail e l’esperienza dello shopping. Sono molte le ragioni a supporto delle  tesi, basterebbe citarne solo due: l’impatto negativo della Rete e l’impatto positivo dell’evoluzione tecnologica.

L’impatto negativo della Rete è una conseguenza delle opportunità di window shopping via Internet effettuate sul proprio PC (o sul televisore) direttamente dalla poltrona di casa con il conseguente acquisto di ciò che desideriamo, e in aggiunta la possibilità che ci venga consegnato a domicilio.

L’impatto positivo dell’evoluzione tecnologica riguarda la progressiva evoluzione di prodotti, che permette di cambiare l’interfaccia di acquisto con il cliente e sovente di estenderla mediante l’utilizzo del prodotto stesso.

Parte delle attività di questo progetto sarà condotta in collaborazione con Fabrica e Ars Electronica, in particolare l’ambito riguardante l’acquisto al dettaglio nel settore della moda.

Le attività di progetto sono strutturate in “obiettivi”, e ciascuno di questi rappresenta una parte dell’intera esperienza di “retail” e “shopping”, precisamente:

  1. Le caratteristiche esteriori – L’aspetto liminare del negozio: la soglia, la vetrina e la porta. Come viene attratta la gente e cosa occorre fare per catalizzare l’attenzione del potenziale acquirente?
  2. L’interno – Lo spazio interno, il design, l’illuminazione e l’acustica.
    In che modo le nuove tecnologie possono creare un ambiente accattivante, finalizzato ad una nuova esperienza di acquisto?
  3. Il flusso – Il flusso all’interno del negozio, cosa si può fare per orientare la gente e indirizzarla a girare tra gli scaffali, piuttosto che su e giù per le scale?
  4. Il prodotto – Come aumentare le informazioni sul prodotto e migliorarne la presentazione con l’ausilio di “tagging”, fotocamere, RFID ed altre tecnologie?
    In che modo informazioni incorporate nel prodotto stesso possono diventare parte integrante della interfaccia di retail e dell’esperienza di acquisto?
  5. Collegamento in rete – Come impiegare la rete per collegare il negozio ad altri negozi nella stessa catena e a servizi on-line quali l’e-commerce?
  6. Dispositivi di tipo portatile – Come offrire al cliente informazioni aggiuntive e servizi mediante dispositivi portatili (PDA o telefoni cellulari) che i singoli clienti portano con sé entrando nel negozio?
  7. Contestualizzazione personale – Come tener conto della precedente esperienza del cliente nel contesto dell’esperienza di acquisto, mettendo in relazione l’offerta del prodotto in questione con precedenti oggetti similari acquistati?
  8. RETAIL sociale – Come condividere l’esperienza di acquisto, così come avviene, con amici e persone appartenenti alla rete sociale dell’acquirente; e come includere il negozio in una determinata rete sociale?
  9. Una volta dentro, vi rimane per sempre – Come impiegare il prodotto venduto in un “link” con l’acquirente o l’utente, per riportarli virtualmente e fisicamente nel negozio?

FUTURE CENTRE è una divisione di TELECOM ITALIA

Obiettivo del Future Centre è quello di identificare nuove opportunità di business per le telecomunicazioni a fronte di una loro pervasività in molti ambienti e della conseguente evoluzione di ecosistemi. Se da un lato si studia come le telecomunicazioni possano portare ad un cambiamento degli ecosistemi, dall’altro si studiano nuovi modelli di biz applicabili a questi ecosistemi.

Ma come mai Telecom Italia, un operatore di telecomunicazioni che sviluppa e promuove innovazioni tecnologiche si dedica allo studio di ecosistemi?

La domanda è sicuramente legittima. Soprattutto perché intuitivamente alla parola ecosistema si associa subito una connotazione biologica; è naturale pensare all’ecosistema naturale. Tuttavia sempre più spesso la parola ecosistema viene presa in prestito dal mondo naturale per associarla al mondo della tecnologia e del business e si parla allora di ecosistemi tecnologici e di business ed è a questi che il Future Centre dedica i propri studi e progetti.

L’indirizzo del Future Centre è:
San Marco, 4826
Campo San Salvador
30124 – Venezia

Puoi contattare il Future Centre chiamando il numero:
041.5213200