Osservatorio TH.KOHL – “Investire in farmacia”.

Come è noto i periodi di crisi hanno un potenziale di crescita e sviluppo che altri momenti non offrono. E’ in questi momenti delicati che sarebbe necessario investire in nuove strategie, migliorare le proprie capacità, aumentare la propria professionalità.

Su questa tematica si è tenuto un Convegno a Roma il 15 Giugno dal titolo emblematico: “Primo Osservatorio Th.Kohl: Investire in Farmacia”. Il convegno è infatti organizzato dalla nota azienda leader nell’architettura d’interni per le farmacie, insieme a Shackleton Consulting, società che opera nel canale farmacia con attività di consulenza e formazione. Dopo i saluti del presidente di Fenagifar Claudio Di
Stefano, l’amministratore delegato di Th.Kohl Renzo Pomari, ha introdotto i presenti nel mondo Th.Kohl, azienda che crede nell’investimento di progetti e relazioni.

Th.Kohl-Renzo-Pomari
Renzo Pomari – Th.Kohl

Il moderatore Lorenzo Verlato, direttore di Farma Mese, ha sottolineato come l’esigenza di rinnovamento si respiri ovunque: la farmacia è sottoposta a cambiamenti profondi e ha estrema necessità di procedere con fermezza e strategia, investendo su competenza e professionalità.

La visita di Annarosa Racca, presidente di Federfarma, ha sostenuto il valore dell’evento per la capacità di «mettere in relazione aziende private per riflettere su tematiche attuali».

Nel rispondere ad una domanda, nel comunicato stampa dell’evento, si enunciano le problematiche fondamentali della discussione culturale in questione: Ma investire conviene? «Ci sono vantaggi e svantaggi», ha spiegato Nicola Posa, senior partner Shackleton, «i vantaggi sono avere un’azienda al passo con i tempi e permetterle di crescere. Gli svantaggi, i rischi, sono nell’incertezza del ritorno, economico e non». Sul piatto della bilancia bisogna saper ponderare i rischi-benefici dunque. Ma rimane un dato di fatto: gli investimenti servono per cambiare lo status quo e come ha detto il grande statista Winston Churchill: «Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare».

Il commercialista Franco Falorni è stato chiaro: “Se nel 1980 una farmacia doveva investire per pagare meno tasse, nel 2013 deve investire per vivere. L’emergenza per le farmacie è economica, finanziaria e culturale: i margini sono in difficoltà, non si capitalizza nel modo corretto e non c’è cultura del ritorno dell’investimento, né pianificazione del futuro, si vive alla giornata. Il ciclo di vita della farmacia è nella fase di declino, chi si ferma, rischia la chiusura. Serve invece riposizionarsi e rilanciare. Non rubare alla tua farmacia, famiglia povera e azienda ricca, ecco la strategia: avere una sana ossessione per la crescita e reinvestire gli utili”.

Giorgio Chiaberge, consulente Shackleton, ha presentato la ricerca effettuata e i risultati parlano chiaro: per un terzo degli intervistati, investire è credere nel futuro, il 46 per cento lo vede come un modo per pianificare la crescita e il 19,4 per cento dichiara che investire significa reagire a questo momento. Le parole di Chiaberge sono chiarissime: “Credere nel futuro però è un’attività fideistica.

Il 100 per cento delle farmacie con un trend di fatturato positivo dichiara, infatti, che investire è pianificare, mentre il 100 per cento delle farmacie con trend di fatturato negativo dichiara che investire è credere nel futuro.E, nel 71,43 per cento dei casi, le farmacie che hanno dichiarato un trend positivo hanno effettuato un investimento importante negli ultimi tre anni.