Perché andare al ristorante vestiti quando potreste farlo “nudi e puri”?
Sembra questa la filosofia alla base di The Bunyadi, il primo ristorante londinese per nudisti pensato dal collettivo Lollipop, già autore di ‘Abq’, il cocktail bar distopico ispirato a ‘Breaking Bad’, nel quale i cocktail ‘molecolari’ venivano serviti in puro stile Walter White, il protagonista della serie tv cult.
Il nuovo progetto promette di portare i commensali “alle origini, quando tutto era fresco e genuino”, ma soprattutto “libero dalle trappole della vita moderna”.
Per chi volesse immergersi nel mondo naturista, gli ingredienti ci sono tutti: basta lasciare a casa cellulari e vestiti (ma non è obbligatorio presentarsi nudi).
Niente luce elettrica, né tavolini apparecchiati, i clienti che varcheranno la soglia di The Bunyadi ceneranno su tavoli di legno, a lume di candela, con posate commestibili e piatti di argilla. Le pietanze saranno cotte a legna e l’ambiente svuotato da inutili orpelli e addobbato solo con bambù e vimini.
“Crediamo che la gente debba avere la possibilità di sperimentare e godere di una serata senza impurità – afferma Seb Lyall, il fondatore di Lollipop – non ci saranno prodotti chimici o coloranti, niente telefonini, elettricità o gas, banditi anche i vestiti (ma solo se lo vogliono i clienti). L’idea è sperimentare la vera liberazione“
Il locale, un pop-up restaurant che alzerà la saracinesca a giugno in centro città e resterà aperto per tre mesi, conta già 16mila persone in lista d’attesa ed è stato progettato per essere suddiviso in due sezioni, quella per i “puri” e quella per chi preferisce restare vestito. La capienza? 42 coperti.
“Abbiamo lavorato duramente per realizzare uno spazio dove tutti possano interagire. L’uso di divisori di bambù naturali e il lume di candela garantirà la privacy ai commensali – assicura Lyall – Senza dubbio, per noi si tratta del progetto più impegnativo, e questo ci rende molto entusiasti”.
Ma come funziona il ristorante per nudisti? I posti, spiegano gli ideatori, saranno assegnati in base alla filosofia “il primo che arriva è il primo a essere servito” e la cucina prevede anche menù vegani. Nel locale, inoltre, saranno presenti camerini e armadietti per chi desidera cambiarsi. L’unico divieto per ‘tornare alle origini’? Ovviamente scattare fotografie.