L’iconico locale simbolo dell’aperitivo milanese ha riaperto presentandosi con un aspetto architettonico e un’offerta cocktail & food rinnovata.
Il Camparino in Galleria, storico luogo di nascita dell’aperitivo milanese, ha riaperto le porte alla città.
Ora è possibile ammirare gli spazi ristrutturati del Camparino in Galleria, il cui restyling, curato dallo studio Lissoni Associati, è riuscito a preservare ed esaltarne l’eredità storica e i dettagli d’epoca Art Nouveau, ridefinendone al contempo l’identità presente e futura.
Gli spazi della Sala Spiritello, il primo piano che affaccia direttamente sulla Galleria Vittorio Emanuele II, sono stati rivisti a favore di un design e un arredamento che li hanno resi più adatti ad accogliere e presentare la nuova proposta cocktail & food.

Lo spazio si sviluppa intorno ad un unico grande arredo centrale con funzione di bancone, ridisegnato per valorizzare la preparazione e il servizio dei cocktail, reso protagonista dal rivestimento a specchio con effetto cannettato e mensole in vetro.
L’uniformità architettonica dell’ambiente viene garantita dalla pavimentazione in seminato veneziano e dal rivestimento in boiserie in noce rigato e specchiature a croce di tutti i fronti interni, in linea con il corpo scala. L’impatto visivo dello spazio è esaltato dal controsoffitto luminoso, che garantisce una luce diffusa ed uniforme.
“In questo progetto abbiamo voluto essere il più possibile “silenziosi”, cercando di essere onesti e sinceri con la parte storica di questo locale. Il nostro lavoro di architetti è stato quello di dare un piccolo tocco di modernità, ma è stata un’interpretazione, come quando una partitura musicale viene suonata da qualcun altro. Mi sono immaginato il contrasto tra un’eleganza naturale, classica e quella moderna, in un meraviglioso incrocio tra Camparino in Galleria, il nostro progetto e la cucina di Davide Oldani. Per me Camparino non è solo il luogo dell’aperitivo ma il luogo dove succedono cose, dalla mattina alla sera. Non è semplicemente un bar… è semplicemente il Camparino”, dice l’Arch. Piero Lissoni.
A impreziosire la sala anche l’originale Spiritello del pittore e illustratore Leonetto Cappiello, opera del 1921 diventata una vera e propria icona del marchio Campari.

Allo storico Bar di Passo, invece, è stato dedicato un restauro conservativo volto a valorizzarne il patrimonio storico e liberty, fra cui il bancone, le luminarie, il mosaico e il cassettonato a soffitto, rendendone maggiormente fruibili gli spazi.
Una parete a tutta altezza, decorata con bottiglie storiche originali e oggetti che raccontano la storia del marchio, accompagna i clienti nelle tre anime di questo locale, che si sviluppano al primo piano, al piano terra e al piano interrato.
Proprio in quest’ultimo, infine, è stata svelata la nuova Sala Gaspare Campari, uno spazio recuperato dagli
ambienti che in origine ospitavano i magazzini del locale, e che sarà adibito a corsi di bartending,
degustazioni ed eventi privati.

“Da oltre 100 anni icona milanese, il Camparino rinasce, non solo come simbolo dell’aperitivo, ma anche come locale d’avanguardia a livello internazionale, grazie a un’offerta di abbinamento cocktail & food eccezionale. Siamo orgogliosi di affermare che laddove è nato il rito milanese dell’aperitivo, oggi nasce un nuovo rito”, ha concluso Bob Kunze-Concewitz, Chief Executive Officer di Campari Group.
A PROPOSITO DEL CAMPARINO
Il Camparino in Galleria è lo storico locale fondato nel 1915 in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano da Davide Campari. Il locale venne aperto di fronte al Caffè Campari, l’esercizio che Gaspare Campari, padre di Davide e creatore dell’omonimo bitter, aveva fondato nel 1867. Entrato fin dalla nascita nel cuore dei milanesi e simbolo stesso dell’aperitivo per la città, il locale ha festeggiato nel 2015 i suoi primi 100 anni di storia. Nell’autunno del 2019, dopo un restyling degli spazi, si ripresenta al pubblico con un’identità e un’offerta rinnovate, tese a consacrarlo come punto di riferimento a livello internazionale per gli amanti della mixology e dell’innovazione gastronomica.