Armille, scenografica ed eterea lampada a sospensione da interni

Guardare al passato recuperando la purezza e l’autenticità delle forme primigenie senza rinunciare alla ricchezza di contenuti e significati celati in ogni oggetto, in ogni luogo, in ogni storia.

E’ proprio dalle pagine dei manuali di storia antica che i designer Marco Vincenzi e Andrea Caturegli, in collaborazione con l’architetto Paolo Frello, hanno attinto per dar vita, e nome, ad Armille, scenografica ed eterea sospensione da interni realizzata per la lucchese Martinelli Luce.

Armille
ARMILLE – Lampada a sospensione con riflettore in acciaio bianco e diffusore in metacrilato opal satinato – Photo credit Benvenuto Saba

La sua etimologia, dal latino armus, cioè òmero (l’osso della parte alta del braccio), ci conduce direttamente nell’antica Roma, epoca di indiscussa prosperità e forza in cui a calcare le scene della vita cittadina erano i valorosi soldati dell’esercito imperiale, combattenti in tumultuose battaglie.

Al polso, ma anche alle braccia e alle caviglie essi indossavano “le armille”, appunto, ossia bracciali concentrici di vario materiale (come il metallo a verga, il metallo con elementi staccati, l’avorio, l’osso, l’ambra etc), simboli di brillante destrezza e prorompente fisicità. Dalla forma circolare di questi preziosi monili, nasce oggi una sospensione dall’alto fascino decorativo, la cui intensità luminosa è pari alla potenza del suo originario significato etimologico.

Tutto questo è possibile grazie alla luce diffusa garantita dal riflettore in acciaio bianco aperto nella sua parte superiore e, contemporaneamente, dall’illuminazione diretta del diffusore in metacrilato opal satinato. Tutto vede Armille, e tutto illumina. Come una pupilla, una brillante fonte di luce, la sospensione firmata Studiòvo dimostra di aver egregiamente imparato la lezione – di storia!

Studiòvo

E’ uno studio di idee con campo applicativo che spazia tra il design di prodotto, l’architettura degli interni e la grafica. È’ stato fondato nel 2010 da Andrea Caturegli e Marco Vincenzi.
www.studiovo.it