Ogni anno le aziende investono milioni per la realizzazione e il miglioramento del packaging dei prodotti affinché risaltino sugli scaffali, spingendo i consumatori interessati a desiderarne il contenuto. Inoltre, laddove i packaging dal design di successo possono avere diverse forme, l’obiettivo principale resta sempre quello di realizzare più vendite.
Per raggiungere questo obiettivo, chi realizza confezioni deve perennemente confrontarsi con il problema di stare al passo con le mutevoli preferenze dei consumatori: dopo tutto, ciò che adesso suscita interesse, avrà molto probabilmente vita breve. Un problema legato ai prodotti che i designer difficilmente prendono in considerazione è invece rappresentato dai furti, nonostante lo scorso anno il fenomeno sia costato ai Retailer Italiani 2,3 miliardi di euro*.
Sicurezza senza bellezza?
Come possono, quindi, i Brand e i produttori contrastare i furti e in che modo il design del packaging può tornare utile? Per contenere le perdite i Retailer utilizzano le moderne etichette antitaccheggio anche come deterrente visivo ed efficace strumento di sicurezza. In passato ed in parte ancora oggi, un’ampia percentuale di prodotti vengono protetti con etichette applicate all’interno dei punti vendita, prima ancora quindi che gli articoli siano messi in esposizione.
Dal punto di vista del Retailer, la posizione ottimale per un’etichetta antitaccheggio è sullo stesso lato del codice a barre, per facilitarne la disattivazione durante la scansione in cassa. Tuttavia, nella realtà quotidiana dei Retailer, spesso per mancanza di tempo avviene un’applicazione scorretta delle etichette antitaccheggio, che non tiene conto del Brand o delle informazioni sul prodotto.
Le etichette posizionate in modo errato sono particolarmente problematiche per i prodotti di dimensioni più piccole, come ad esempio trucchi o i piccoli accessori, che necessitano di protezione in quanto articoli molto desiderati, facili da nascondere e spesso in cima alla lista dei desideri dei taccheggiatori.
L’applicazione non adeguata delle etichette antitaccheggio può rendere in alcuni casi il packaging della confezione totalmente inutile, nel peggiore dei casi, potrebbe persino rappresentare un ostacolo per l’acquisto e spingere il consumatore a scegliere un altro Brand (ad esempio se gli ingredienti o le informazioni utili sul prodotto, come allergeni, materiali … risultano nascoste).
Qual è, dunque, la soluzione?
La protezione alla fonte è la risposta, ossia il processo che prevede l’applicazione precisa delle etichette antitaccheggio in fase di produzione, e che rappresenta una soluzione antifurto efficace per entrambe le parti coinvolte. Per i Retailer avvalersene significa portare efficienza all’interno del punto vendita perché i dipendenti possono rifornire gli scaffali più velocemente, senza doversi occupare anche dell’applicazione delle etichette, e garantire quindi una maggiore disponibilità dei prodotti. Allo stesso tempo, le etichette applicate alla fonte, e quindi sigillate all’interno della confezione, rendendo più difficile la loro rimozione o gli atti vandalici, e possono quindi contribuire alla riduzione delle perdite e delle differenze inventariali.
La protezione alla fonte da sola non basta. È importante informare chiaramente i Retailer e i clienti che il prodotto è protetto, e tale informazione può essere integrata accuratamente nel design stesso. Ciò rassicura i gestori dei punti vendita circa l’inutilità di ulteriori soluzioni per la prevenzione delle perdite, come custodie, ragni, etichette rigide o addirittura di altre etichette RF e permette allo stesso tempo l’esposizione aperta e il libero accesso ai prodotti. Il risultato è un miglior andamento delle vendite che, in definitiva, si traduce in maggiori volumi di vendita.
“Nei casi in cui la protezione alla fonte è stata applicata in maniera efficace, si osserva un aumento costante della disponibilità a scaffale, perché i Retailer hanno fiducia nell’esporre e vendere i prodotti”, ha affermato Alberto Corradini, Italy Business Unit Director di Checkpoint Systems.
Ripartire dal design
Per i designer e i produttori di packaging, la protezione alla fonte significa conformità di posizionamento dell’etichetta e assoluta certezza che il marchio non sia nascosto e che i prodotti siano presentati come previsto, tutti aspetti fondamentali per garantire il successo delle vendite.
I progressi tecnologici hanno inoltre permesso di adottare la protezione alla fonte anche per prodotti più piccoli. Le dimensioni delle etichette a Radio Frequenza (RF) sono infatti calate del 75% negli ultimi 20 anni. La più piccola etichetta RF di Checkpoint ha dimensioni inferiori a 2,5 cm, meno di un francobollo, ed è comodamente nascosta all’interno della confezione o posizionata con cura all’esterno di pressoché qualsiasi articolo, come deterrente visivo per scoraggiare i furti.
Modifiche a livello organizzativo
Il settore dei beni di largo consumo (FMCG) non è mai stato così competitivo, perciò è importante che i Brand e i Retailer siano certi di disporre di processi e strumenti efficaci per massimizzare le vendite. I packaging dal design accattivante e creativo sono una componente essenziale del marketing mix e risultano fondamentali per differenziare un marchio dalla concorrenza: la protezione alla fonte rende tutto ciò possibile, offrendo un chiaro vantaggio competitivo.
Le etichette antitaccheggio sono sempre state una spina nel fianco per i designer di packaging che possono vedere vanificato il proprio lavoro, se non applicate correttamente. I vantaggi offerti dalla protezione alla fonte con Checkpoint Systems consentono di riprendere il controllo del packaging, proteggendo l’immagine del Brand e dando ai Retailer la certezza di poter esporre in modo ottimale i prodotti. Le confezioni dotate di caratteristiche di sicurezza integrate avranno maggior successo, sia dal punto di vista dell’identità creativa del marchio sia in termini di disponibilità. In questo modo, i clienti saranno contenti e anche i Retailer potranno dirsi soddisfatti.
* Dati raccolti all’interno dello “Studio sulla sicurezza del retail in Italia” condotto da Crime & Tech dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con il laboratorio per la sicurezza e con il contributo di Checkpoint Systems.
♦ Checkpoint Systems ha appena lanciato la nuova edizione del Barometro dei furti nel Retail. Lo studio, condotto dai ricercatori di Crime&tech spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Transcrime, svelerà le ultime statistiche e tendenze sulle perdite nel settore Retail in Italia. A questo link è possibile fin d’ora per le aziende partecipare alla survey, per contribuire attivamente alla realizzazione della nuova Ricerca.