SURPLUS concept store, Roma.

SURPLUS concept store, Roma.

📅19 Giugno 2014, 13:26

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Non un negozio convenzionale di abbigliamento anche se in esso gli indumenti, soprattutto femminili, fanno da protagonisti.

Un concept store che vede tra l’altro una dinamica interattiva tra cliente e venditore, tutta imperniata da un’emotività comunicativa che scaturisce da molteplici stimoli visivi e sensoriali.

Surplus concept store Roma by Angelo Luigi Tartaglia

Percettivamente ciò che nell’immaginario collettivo può assumere connotati di scontata interpretazione, qui viene fuso in un gioco sapiente di rimandi ironici e stimolanti per la fantasia del compratore.

La curiosità di un luogo, che d’impatto non manifesta un’immagine canonica del punto vendita, porta il passante ad entrare ed aggirarsi nello spazio per scoprire la reale identità che fino alla fine non sarà svelata, ma Surplus concept store Roma by Angelo Luigi Tartagliache al contempo ha stimolato all’acquisto. Fusione non solo merceologica ma anche culturale e sottilmente ruffiana che, ai più avvezzi, lascia ampia interpretazione.

Varcando la soglia d’ingresso lo spazio si presenta aperto e non eccessivamente delimitato proprio per dare al fruitore la possibilità di orientarsi verso ciò che d’impatto colpisce maggiormente la propria fantasia ed i propri sensi.

Molti degli elementi espositivi Surplus concept store Roma by Angelo Luigi Tartagliasono stati concepiti nell’ottica del riuso e pertanto qualsiasi contenitore/espositore su cui viene collocata la merce, è realizzato con materiali poveri ma nobilitati dal colore o dalla semplice finitura come legno di abete lasciato grezzo e verniciati a pennello.

Il vino viene esposto in grossi pneumatici di gomma verniciati bianchi, accanto ad essi prodotti alimentari di natura biologica sono posizionati su sottili lamierini metallici incastrati in una cornice Surplus concept store Roma by Angelo Luigi Tartagliadi legno, così come altri prodotti merceologici, scarpe, borse, vasi, cinture, trovano alloggiamento su altri rack, sempre in lamierino galvanizzato.

La cassa è un monolite in Corian bianco retroilluminato con alle spalle una composizione di teschi glitterati che perdono quel senso di macabro diventando oggetto cult. Moto Custom, caschi, sneakers usate e dipinte di bianco su una enorme bandiera americana le cui stelle sono realizzate con le stringhe delle stesse, Surplus concept store Roma by Angelo Luigi Tartagliacontribuiscono a creare l’immagine del piano terra dove protagonista indiscussa è una enorme scritta SURPLUS realizzata con fondi di bottiglie di plastica retroilluminati.

Una gabbia metallica come metafora polinterpretativa casse acustiche a goccia per il DJ e caminetti al bioetanolo completano questo livello del negozio. Una scala sospesa a tiranti rigidi di acciaio conduce al piano superiore, in cui campeggia prepotentemente la scritta SURPLUS ad enormi lettere di Surplus concept store Roma by Angelo Luigi Tartaglialegno.

Esse, oltre a rimarcare in modo estenuante, il nome del punto vendita, vengono utilizzate come espositori e contenitori magazzino. L’abbigliamento ed i complementi sono posizionati su espositori di acciaio grezzo e legno (sempre grezzo) dipinto di bianco nonché vetro, materiale quest’ultimo di cui è costituito il solaio di raccordo tra la scala ed piano terra.

Su di esso una parete è rivestita di caschi combinati nei colori di quattro bandiere nazionali, Italia, Germania, Spagna, Francia. L’area destinata alla prova è l’esempio di un’altra allegorica rappresentazione della metafora del peccato.

Due camerini realizzati con un vecchio confessionale Francescano Umbro, dipinto di nero, si staglia su una parete in cui spiccano grosse immagini policrome di serpenti, mentre sui vetri del confessionale sono riportate due immagini iconiche medioevali fiamminghe di Adamo ed Eva. In quest’era la sintesi dell’assoluto, costituito dal contrasto tra il bianco è nero delle formelle del pavimento, accentuano ancor più la simbologia del contesto. Al lato del confessionale si intravede un giardino verticale realizzato sul muro di contenimento del terrazzo, esterno al punto vendita, che viene utilizzato nei periodi caldi per performance ed eventi.

ANGELO LUIGI TARTAGLIA

Nato a Campobasso nel 1955 e laureato a Firenze nel 1979, esercita attività di libero professionista dal 1980. Da anni impegnato nella ricerca di linguaggi espressivi innovativi, attento alle dinamiche del cambiamento dei costumi, ha maturato la propria esperienza professionale sia in Italia che all’Estero. Dalla crisi identificativa dell’Architettura degli ultimi decenni, la propria ricerca progettuale si è spostata verso un linguaggio concettuale, le cui matrici ispiratrici possono essere le più disparate, senza mai perdere di vista le esigenze della committenza unitamente a quelle tecnico-costruttive. Mantenendo alta la libertà di pensiero ed attingendo la propria ispirazione dallo studio dei grandi nomi del passato, di qualsiasi epoca, manifesta nei propri lavori una ricercata elaborazione compositiva. Specializzato in Architettura degli Interni, dal 2000 esercita attività didattica presso la Facoltà di Architettura “Valle Giulia” di Roma. Numerosi gli interventi pubblicati su libri e riviste a livello internazionale. Collabora con diverse aziende ed è stato vincitore di alcuni concorsi in ambito nazionale.

© Pubblicato da AN shopfitting magazine
Photos courtesy Gianni Franchellucci


 

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